Nel 1860 il Regno delle due Sicilie perde definitivamente la propria indipendenza. Non più capitale, Napoli si trova a vivere una condizione contraddittoria. Da una parte, la società e la cultura sono pervase da un senso di libertà e di rinascita dopo gli ultimi anni, cupi e oppressivi, del governo borbonico. Dall’altra, la città avverte drammaticamente il rischio di una perdita di prestigio e di identità.
In ambito artistico, questa ambiguità si traduce in un’oscillazione tra esaltazione della tradizione locale e apertura alle tendenze nazionali e internazionali più aggiornate, tra ricerca di autenticità e riorganizzazione della produzione e della circolazione musicale secondo nuove logiche commerciali.